Apresentações dos livros de Luigi Giussani
Il 26 marzo, in occasione del cinquantenario della nascita del movimento di Comunione e Liberazione, si è svolta a Ragusa, presso la Sala Congressi Palas Mediterraneo, la presentazione del libro di don Luigi Giussani Perché la Chiesa. Ha partecipato come relatore l’avv. Giuseppe Zola, membro del Consiglio Nazionale di CL, mentre mons. Paolo Urso, Vescovo della Diocesi di Ragusa, ha concluso l’incontro con un saluto. Queste le sue parole: «Perché, dunque, Gesù ha voluto la Chiesa? Perché Gesù ha dato vita alla comunità cristiana? Ciascuno di noi poi troverà delle risposte personali che si inseriscono in quella grande risposta che la stessa Chiesa dà alla domanda sul perché il Signore l’ha voluta istituire. A me pare che una risposta possa essere che la Chiesa c’è perché ogni uomo possa continuare a incontrare Cristo presente, perché ogni uomo possa incontrare il Cristo risorto e vivo nella comunità degli uomini. Un grande pensatore protestante come Bonhoeffer, un uomo che ha testimoniato con il sacrificio della vita la sua fedeltà a Cristo, parlando di Pietro diceva: “Ecco il peccatore perdonato”. Mi pare che possa essere questa una risposta alla domanda che ci stiamo ponendo questa sera. La Chiesa c’è perché la comunità degli uomini possa sentire di essere una comunità di peccatori perdonati; perché possa dire a tutti i peccatori, a tutti gli uomini che hanno coscienza del proprio peccato: “Tu sei amato da Dio”, perché il Signore ama e insegue i peccatori. Il Signore ama e perdona, rinnova, rende nuovi. Ecco il perché della Chiesa. L’uomo ha bisogno di essere consolato, confortato e sostenuto nella propria esperienza di peccato. Ha bisogno di essere tirato fuori, di essere “ripescato” da una realtà di male nella quale tutti, più o meno, ci muoviamo. “Perché la Chiesa” dunque: perché abbiamo bisogno di sentirci dire: “Vai in pace, rimettiti in piedi, continua il tuo cammino perché il Signore ti ama e ti perdona”». Monsignor Urso ha infine ringraziato don Giussani «per questo suo ultimo lavoro, per questa sua fatica, per ciò che egli rappresenta per la Chiesa italiana e, data la diffusione del Movimento, non solo per essa».